Marguerite Yourcenar, anagramma del suo vero cognome, de Crayencour, (1903-1987), ci racconta la vita e il pensiero di un uomo, l’imperatore Adriano, uno dei buoni Principes che la storia ci ha tramandato.
Per la sua opera, un romanzo in forma di saggio o saggio in forma di romanzo. l’autrice sceglie il II secolo perché era il tempo in cui “gli Dei non c’erano più e Cristo non ancora… un periodo in cui c’era solo l’uomo.
L’autrice sceglie un uomo perché come specifica nei suoi Tacchini d’appunti
La vita delle donne è troppo limitata o troppo segreta. Se una donna parla di sé, il primo rimprovero che le si farà è di non esser più una donna. È già difficile far proferire qualche verità ad un uomo”. Oggi forse penserebbe altrimenti, forse, ma è solo una speranza.
E l’uomo che sceglie è Adriano perché è uno degli imperatori più amati. Ispanico per nascita, romano per adozione ma greco per indole. Quasi tutto quello che di meglio hanno detto gli uomini è stato detto in greco.
Costretto a governare l’impero in latino non riuscirà mai ad amare Roma, con tutto il suo apparato di fasti e intrighi e la sua terra d’elezione resterà sempre Atene.
Yourcenar si immedesima nella testa di un uomo, vissuto quasi 19 secoli fa e ce lo restituisce come fosse un uomo d’oggi che non smette di dialogare con i propri demoni. Un imperatore così moderno, lungimirante per i suoi tempi, che al suo cospetto i governanti di oggi risultano antichi e sicuramente meno saggi e meno colti.
Adriano è un vero cittadino del mondo: “straniero dappertutto, non mi sentivo mai isolato in nessun luogo”, sa essere contraddittorio e spesso difforme come ogni uomo, è militare infaticabile: afferma di non vedere più la guerra come atto di conquista ma sa usarla opportunamente per offendere e reprimere. Imperatore ateo “tutte le teorie sull’immortalità mi ispirano diffidenza..” ma parla di anima e fa riferimento all’eternità se discute di filosofia e di arte.
Yourcenar fa scrivere ad Adriano un’epistola immensa in cui racconta a Marco Aurelio il suo percorso di vita, i suoi pensieri, i suoi amori, le sue battaglie, le amicizie, i contrasti. Ne nasce un libro di narrazione, di avventura, di poesia, un saggio di osservazioni filosofiche, di fisiologia, un romanzo d’amore, amore per L”arte,la bellezza, per l’amore stesso, per l’umanità.
Vividi sono anche alcuni personaggi di contorno.
Antinoo greco, della Bitinia, il prediletto dell’imperatore, giovanissimo “pastorello”, che muore nelle acque del Nilo, in circostanze misteriose. Trovo superfluo soffermarmi sulla bisessualità nell’antica Roma, qui si può solo affermare che lo struggimento, la grande malinconia che Adriano ci confessa non può essere considerata indecente seguendo nostra visione di persone progredite e morali. Nel mondo antico il cuore era l’organo della percezione, spinto dalla fede per il dio Amore, la divinità più grande. Adriano fonderà città in onore del suo prediletto, istituirà riti misterici, ma, soprattutto, adornerà ogni punto dell’Impero con una statua che potesse immortalare quelle perfette e care fattezze. Tutti atti che resero e rendono oggi per noi leggibile l’eternità.
Sono ben poche le figure femminili care ad Adriano che scrive:
“La debolezza delle donne, come quella degli schiavi, dipende dalla loro condizione legale; la loro forza si prende la rivincita nelle piccole cose, e qui il potere che esercitano è quasi illimitato. Di rado ho visto una casa dove le donne non regnassero (…)”.
Tra le donne spicca solo Plotina, moglie dell’imperatore Traiano sua confidente, sua fidata amica, donna meravigliosa, la cui passione sta al passo con quella di Adriano per l ‘arte, la poesia, i libri, tanto da erigere a sua cura una biblioteca in pieno Foro Traiano, con questa stupenda iscrizione sulla soglia: “Ospedale dell’Anima”
La moglie invece, Vibia Sabina, è una figura istituzionale, niente di più. I matrimoni di convenienza erano la normalità ed era diffuso avere un o una amante.
Quando un libro è di livello alto sia come argomento, come prosa, come profondità, quando la sostanza coincide con la forma, non è sufficiente una lettura, occorre leggere e rileggere, interiorizzare per scoprire ogni angolo di bellezza, ogni concetto adatto alla riflessione, ogni elemento che ci aiuti a capire quanto educativa sia la storia, quanto giovamento possiamo ricevere estraendo i grandi protagonisti del passato dalla sabbia del tempo.