Atti osceni in luogo privato

 
 

Marco Missiroli

Cominciamo dalla copertina. Il titolo, così evocativo, allusivo, ci fa intendere che il sesso è il tema unico del libro. Così pure la foto di copertina, così bella, artistica e non pornografica, strizza l’occhio al lettore in cerca di emozioni proibite. L’incipit con quella parola impudica subito nelle prime righe dà certezza al lettore che gli indizi raccolti finora sono giusti: qui si trova materiale frizzante.Invece no. Forse volutamente, siamo portati fuori strada. Il sesso in questo romanzo non è il tema unico, anche se ne è il filo conduttore. Si tratta di una vicenda umana molto più ricca e sfaccettata. Direi che sia sbagliato anche scomodare Philip Roth. Questo romanzo ha buone qualità letterarie, ma gli manca la capacità, o la volontà, che è nello scrittore americano, di costruire intorno alle sue figure un carosello di bassezze e perversioni, vere e allegoriche, al fine di “capire” fino a che punto l’uomo sappia dare un senso a se stesso davanti alla prospettiva della fine. Qui siamo in un altro piano. Questo e un bel romanzo di formazione. Missiroli, attraverso una tecnica narrativa efficace e piacevole, narra la vicenda di un uomo alla ricerca di se stesso. Egli descrive il percorso esistenziale di Libero da adolescente a uomo; durante questo cammino, il protagonista (e con lui il lettore) capisce che per conoscere veramente chi siamo non dobbiamo stancarci di cercare in ogni relazione umana le emozioni più forti. Solo attraverso il tumulto dei sentimenti (e non solo di ordine sessuale), infatti, possiamo allontanare le insicurezze, i dubbi amletici, le paure e trasformarle in certezze e in forza di vivere.Libero ha la grande fortuna di vivere gli anni meravigliosi e fervidi della Parigi tra gli anni ’70 e ’80 e nella Milano di fine millennio. Cresce quindi in un ambiente fervido, al contatto con persone straordinarie: conosce donne preziose, ha amici impagabili, esperimenta il dolore della morte e la gioie del sesso senza falsi pudori. Ma resta tuttavia uno di noi, non si accosta minimamente alle vette dell’allegoria di Roth. Il trauma iniziale che segna Libero nella sua prima adolescenza, quando, spiando la madre, la vede in ginocchio davanti al suo amante, diventa la molla che lo renderà un privilegiato. La sua giovinezza sarà marcata dalla ricerca continua di emozioni e di relazioni: i due pilastri della crescita.Missiroli racconta la storia con gli occhi maschili del protagonista ma non scrive una storia maschilista. Io credo che la tesi centrale del romanzo (sempre raccontata seguendo il filo conduttore del sesso e delle emozioni) sia un’apologia più delle qualità femminili piuttosto che di quelle maschili. Le donne coprotagoniste del racconto sono delle figure importanti e di spessore, tutte portatrici di valori umani di rilievo, preziosi. Solo per mezzo di loro il ragazzo può vincere il trauma iniziale e giungere alla conquista progressiva della maturità affettiva, della sicurezza nelle relazioni umane e anche alla consapevolezza professionale. Missiroli ci dice, in fondo, che è la donna la vera edificatrice dell’uomo, nel bene e nel male. Se vogliamo parlare di uomini, non possiamo fare a meno di esaminare le donne che hanno condiviso la vita con loro. Un uomo, inteso come maschio, sa vincere le sue debolezze e le sue paure solo se incontra una donna di valore.Corollario al romanzo, sono infine tutta una serie di riferimenti letterari e musicali che aumentano il piacere della lettura e danno al lettore le informazioni indispensabili per collocare la vicenda nel suo giusto ambiente culturale e storico.